Rigidità di Spalla
Rigidità di Spalla
Sebbene la grande mobilità di questa articolazione consenta di poter eseguire una grandissima quantità di movimenti, d’altro canto rende l’articolazione più vulnerabile.
Le principali problematiche di spalla possono raggrupparsi in due condizioni:
- Rigidità: come il caso della capsulite adesiva, conosciuta anche come “sindrome della spalla congelata” in cui l’articolazione si muove meno del dovuto in tutte le direzioni;
- Ipermobilità: di cui fanno parte le condizioni di instabilità come la lussazione o la sublussazione e le disfunzioni di movimento come la sindrome da conflitto sub-acromiale.
In questo articolo ci concentriamo sulla Rigidità di Spalla.
La rigidità di Spalla si manifesta soprattutto con dolore e limitazione del movimento. L’errato utilizzo o traumi subiti possono generare infiammazione e rottura dei tendini.
Fisioterapia
Il trattamento della spalla congelata può essere conservativo o chirurgico, per fortuna nella maggior parte dei casi il trattamento è conservativo e la fisioterapia può aiutare senza arrivare all’intervento.
In caso di dolore alla spalla è bene consultare l’ortopedico specializzato che andrà a individuare la causa del problema.
Una volta effettuata la visita ortopedica se lo specialista reputerà opportuno effettuare trattamenti conservativi sarà necessario effettuare una valutazione fisioterapica. In questo caso il fisioterapista andrà a indicare il percorso riabilitativo più giusto anche a fronte del certificato ortopedico. Dopo aver messo insieme tutti i dati elaborerà un piano terapeutico specifico e individuale.
Le terapie fisiche fanno parte del piano di trattamento completo utilizzando:
tecarterapia per la spalla
Il percorso terapeutico lo possiamo dividere in 3 fasi:
La prima fase è quella Acuta: in questa fase andiamo a lavorare sul dolore e sull’infiammazione con l’utilizzo di terapie fisiche e tecniche di terapia manuale e osteopatia.
La seconda fase è dedicata al recupero della mobilità e del movimento: oltre alle tecniche terapia manuale viene inserito l’esercizio terapeutico.
In terza fase andiamo a stabilizzare i sintomi: concentrando l’attenzione sull’aumento delle performance motorie, andando ad inserire esercizi a difficoltà crescente e nel far eseguire correttamente al paziente i movimenti quotidiani.
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Michelangelo Barbieri, titolare del centro medico